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La Fratellanza

Il tema del Pride 2018

foto scattata durante il pride


A cura di Maurizio Riccio

Come ogni anno ritorna il Pride, la marcia pronta a richiamare l’orgoglio della comunità LGBT. Nata in memoria dei moti di Stonewall, milioni di persone scelgono di manifestare per le strade per esprimere a pieno l’orgoglio di essere quel che si è. Essere fieri delle proprie sfumature e caratteristiche; fierezza che si contrappone alla vergogna che in passato, e molto spesso anche ai giorni nostri, la comunità è stata costretta a subire. Il 14 Luglio sarà il turno del capoluogo campano che ospiterà la marcia più Rainbow di sempre. Quest’anno il tema scelto dagli organizzatori dell’evento è stato quello della fratellanza. Inteso come quel sentimento di unione che dovrebbe essere alla base della comunità. Un elemento di supporto per sostenersi l’un l’altro durante il duro percorso per ottenere i diritti di cui tutti cittadini eterosessuali possono godere. Un tema non scelto a caso, che fa sorgere spontanea una domanda: esiste davvero un sentimento di fratellanza tra i membri della comunità LGBT?
 Purtroppo tra i membri della popolazione non sempre esiste un sentimento di fratellanza a legarli, tutt’altro. Non sono mancati casi di persone discriminate dagli stessi membri della comunità. Se questo vi sembra assurdo, vi basterà scaricare sul vostro smartphone una qualsiasi applicazione dedicata agli incontri LGBT per averne la prova. 
Nelle descrizioni dei vari profili degli utenti, non sarà difficile imbattersi in persone che escludono categoricamente di voler scambiare perfino due chiacchiere con ragazzi effemminati o con ragazze particolarmente sportive.  Non sono ben visti nemmeno gli attivisti dei diritti LGBT.  Il motivo? Sono fin troppo esposti ai “riflettori” della società. Frequentandoli ci sarebbe il rischio di essere “riconosciuti” per strada. Stesso discorso vale anche per le persone dichiaratamente omosessuali.
Ogni giorno milioni di persone appartenenti alla comunità sono costrette a subire discriminazioni non solo dalla società esterna che li circonda, ma anche dai loro stessi “fratelli”. Probabilmente il tema scelto per il Pride di quest’anno non è a caso, come già accennato, ma pronto a sottolineare le mille difficoltà che la comunità incontra ancora oggi nel vivere serenamente la propria vita. A partire, purtroppo, dai suoi stessi membri che preferiscono vivere nell’ombra piuttosto che esporsi in prima persona, astenendosi dalla marcia che ha permesso una maggiore libertà di espressione perché ritenuta priva di senso. Ciò comporta una doppia discriminazione: una esterna, da parte della società, e una interna, portata avanti dagli stessi membri della comunità. Questa sembra quasi essere una risposta a tutte quelle persone che non credono nel Pride, etichettandolo soltanto come un’inutile marcia senza senso, una carnevalata. Peccato che il senso sia proprio questo: mostrare il proprio orgoglio per ciò che si è.
Basti pensare che durante il corso degli anni, rispetto ai precedenti Pride realizzati, si sono aggiunte anche tematiche a sfondo razziale. Proprio a indicare un sentimento di orgoglio che lega quelle che sono ritenute essere una minoranza.

 

 

 

 
 

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