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La famiglia: excursus storico-culturale

un mappamondo stilizzato e tante figure umane in ombra a rappresentare le varie forme di familgia


A cura di Daniela Scafaro e Alessia Cuccurullo

Il periodo storico-culturale che stiamo attraversando mette in primo piano il concetto di famiglia, ponendolo al centro di un dibattito che sembra essere molto acceso.
In questo articolo proveremo a delineare, attraverso un piccolo excursus, il significato di questo concetto e il ruolo che esso assume anche nelle politiche attuali.

L’Enciclopedia Treccani definisce la famiglia come: “Istituzione fondamentale in ogni società umana, attraverso la quale la società stessa si riproduce e perpetua, sia sul piano biologico, sia su quello culturale. Le funzioni proprie della famiglia comprendono il soddisfacimento degli istinti sessuali e dell’affettività, la procreazione, l’allevamento, l’educazione e la socializzazione dei figli, la produzione e il consumo dei beni. Tuttavia, malgrado la sua universalità, la famiglia assume nei diversi contesti sociali e culturali una straordinaria varietà di forme, sì da rendere problematico individuare un tratto distintivo che la caratterizzi in ogni circostanza”.
Questa definizione mette in luce come sia estremamente complesso dare una definizione univoca e generalizzabile del concetto di famiglia dal momento che si tratta di un’istituzione intrinsecamente connessa alla regolazione giuridica e culturale di una società. Ciascuna società, dunque, vive e organizza la “famiglia” secondo regole proprie, che derivano da tradizioni, vissuti ed esperienze.
La famiglia dunque non è un’entità fissa nel tempo, ma piuttosto un sistema di relazioni che deve continuamente rigenerarsi, rilegittimarsi.
La centralità dell’istituzione familiare nella vita sociale, culturale ed economica delle diverse popolazioni umane è testimoniata dall’importanza degli studi che ne hanno fatto il proprio oggetto, la storia dei quali segue passo passo quella delle scienze umane e dell’antropologia in particolare. Possiamo affermare che il concetto di famiglia si è quindi evoluto nel tempo anche attraverso gli studi e le osservazioni che sono stati portati avanti in tutto il mondo e che hanno permesso di allargare il campo ed ampliare la prospettiva.
In particolare nel XX secolo il progressivo estendersi delle conoscenze etnografiche ha permesso di evidenziare proprio l’estrema varietà e complessità delle istituzioni presenti nelle diverse società umane, spostando l’interesse degli studiosi sul funzionamento della famiglia nelle diverse culture e dunque sulle norme che ne regolano l’appartenenza.
Di fronte alla varietà delle forme di famiglia la ricerca etnografica ha introdotto prospettive sempre meno etnocentriche. Man mano, è emerso sempre più chiaramente che la famiglia non è una questione di natura, ma un costrutto sociale, come qualsiasi altra istituzione.

Se si guarda alla situazione italiana, l’idea di famiglia predominante è quella “monogama” e “nucleare”, aggiungendo come caratteristica peculiare l’ufficializzazione per mezzo del matrimonio. Anche quest’ultimo risultato dell’ingegno umano; a tal proposito infatti Barbagli (1993) ci ricorda che nel passato questa parola non esisteva, e che “l’unione dell’uomo e della donna non ha nome”.
Appare dunque razionalmente complesso definire, sulla base di queste osservazioni, la famiglia come qualcosa di “tradizionale” e “naturale” proprio perché è qualcosa di declinabile in svariati modi, e l’esperienza di altri paesi e culture può certamente aiutarci a comprenderlo.
Se dunque la famiglia è un prodotto storicamente e culturalmente determinato, essa cambia nel tempo e nello spazio nelle sue caratteristiche, funzioni, scopi e forme (Saraceno, 2012). Attualmente, la rappresentazione mediatica e politico-religiosa italiana ci rimanda l’immagine di una famiglia tradizionale in «crisi profonda», e dunque da tutelare.
La causa di tale crisi viene individuata nell’avanzare di nuove forme di famiglia che, se tutelate giuridicamente, possono colpire in senso negativo l’istituto del matrimonio e dunque la base dell’idea di famiglia tradizionale. Quando però ci affacciamo a politiche internazionali, quali ad le tutele giuridiche alle nuove forme di famiglia realizzate in Spagna, Svezia, Norvegia, Belgio, Olanda prima, e ora in Francia e USA, ci rendiamo conto che esse non hanno pesato negativamente sulle unioni eterosessuali, nè  hanno minato l’istituto del matrimonio.
Queste considerazioni mettono in evidenza di come non si tratti di un processo di sostituzione di un modello con un altro, bensì dell’estensione delle caratteristiche di quello che già esiste verso nuovi soggetti e nuove realtà relazionali.

 

 

 

 
 

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