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Intervista a Paolo Valerio e Alessio De Rosa per Radio Vaticana

 
 
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ANDREA DE ANGELIS: Sempre in diretta a Doppio Click, veniamo ora alla parte che vuole dare voce a chi spesso non ha voce. Ci spostiamo nella città di Napoli, precisamente nell’Università Federico II dove esiste una realtà che si chiama SInAPSi che permette a coloro che hanno delle difficoltà per quanto riguarda la didattica, lo studio o persone disabili, di approcciarsi all’Ateneo nella maniera più normale possibile, più consona possibile, perché non esistono studenti di serie b, ma esistono studenti e basta. Do il benvenuto al Professore Paolo Valerio che è docente di Psicologia Clinica della Federico II di Napoli e anche direttore del Centro SInAPSi. Professore benvenuto su Radio Vaticana Italia!
PAOLO VALERIO: Grazie, buongiorno a tutti gli ascoltatori e le ascoltatrici.

ANDREA DE ANGELIS: Professore, SInAPSi sta per Servizi per l’Inclusione Attiva e Partecipata degli Studenti. Il nome da già l’idea di tutto ciò che voi fate quotidianamente per queste persone…le chiedo da dove nasce l’idea e soprattutto che tipo di servizi concretamente fornite a queste ragazze e a questi ragazzi?
PAOLO VALERIO: L’idea nasce da molto lontano, fu un giovane che l’ha proposta rispetto ad un suo problema. Quando fummo ricevuti alla Camera, Luciano Violante, all'epoca Presidente della Camera, ci raccontò che questa legge, la 17/99, che è finalizzata a favorire l’Inclusione degli studenti con disabilità nell’Ateneo, nacque appunto da una ricerca fatta dagli studenti in una scuola di Rimini, credo, che avevano avuto problemi rispetto ad un  loro collega di corso che non poteva iscriversi all’Università perché era disabile. È una legge che prevede fondi specifici per favorire l’Inclusione. Inclusione è quella serie di iniziative che gli Atenei promuovono al fine di modificare anche la loro organizzazione per favorire l’inserimento dello studente. Quindi la persona non deve modificarsi per adattarsi al contesto, ma è il contesto che si modifica. Perché non amiamo la parola “portatore di handicap”? Nessuno porta l’handicap, ma l’handicap lo costituisce  il contesto. Se sono su sedia a ruote e debbo andare a fare un esame al quarto piano di un edificio storico, se la barriera costituita dalle scale non è abbattuta e se non c’è l’ascensore non posso andare a fare l’esame. Se noi mettiamo una bella rampa e facciamo funzionare l’ascensore lo studente va al quarto piano con la sedia a ruote. Il senso di SInAPSi è favorire l’Inclusione dei giovani in tutte le Università, rimuovere gli ostacoli di varia natura e dare allo studente soluzioni di pari opportunità di studio e trattamento.

ANDREA DE ANGELIS: Professore vogliamo anche dire che gli studenti con disabilità e, assolutamente sono d’accordo con lei non portatori di handicap, anzi il tema delle barriere architettoniche è un qualcosa che molto spesso dimentichiamo di denunciare, ma chiusa parentesi. Questi studenti hanno delle difficoltà oggettive all’Università perché magari gli altri studenti frequentano la lezione e poi possono andare al cinema, alla palestra negli spazi non dedicati allo studio. Queste persone magari devono fare ore di fisioterapia, devono curarsi quotidianamente, allora voi siete veramente un ausilio importante.
Ci tengo a dirlo questo, perché a volte tendiamo a non conoscere semplicemente chi è diverso da noi e dunque neanche a metterci nei suoi panni. Invece il modo migliore per approcciarsi  a questa realtà è provare anche solo per un giorno a vivere come loro.
PAOLO VALERIO: Infatti questo è molto importante. È importante sperimentare e conoscere. Vi posso fare un esempio? Molti si chiedono perché è importante che le persone che hanno un cane tolgano le feci del cane. Oltre essere un fatto di civiltà generale, basti pensare ad una persona cieca che ha un bastone, quando con quel bastone torna a casa e lo pulisce, si trova le mani sporche perché ci sono i bisogni del cane. Sto banalizzando, era per dire quanto è importante conoscere anche il problema e soprattutto sapere che oggi le Università sono aperte a studenti con disabilità, prima i genitori erano anche timorosi, timidi, non pensavano che potessero partecipare. Pensi, quando noi cominciammo a lavorare nel 2000 erano 153 gli studenti con disabilità iscritti all’Ateneo, oggi ne abbiamo più di 1000! Quindi, nel momento in cui le unità si attrezzano, i giovani sono lì, frequentano e perché è importante che il giovane frequenti? Perché entra in contatto con altri giovani, in qualche modo vive la vita del giovane e non sta solo chiuso in casa, quindi noi cerchiamo di promuovere anche la partecipazione del giovane.

ANDREA DE ANGELIS: Professore noi vogliamo, come diceva appunto lei, conoscere questa realtà e per questo abbiamo sentito con la collega Rossella Avella, un ex studente ed ora dottore brillantemente laureato. Dunque uno di quelli che è riuscito, nonostante la sua disabilità, a farcela e noi diciamo che tutti possono farcela. L’abbiamo sentito per capire proprio quanto è stato importante il vostro contributo nel suo percorso universitario.
PAOLO VALERIO: Mi fa piacere ascoltarlo.

 
 

ALESSIO DE ROSA: Mi sono avvicinato al SInAPSi in seguito ad un incidente automobilistico, ero iscritto ad ingegneria e per via di questo incidente, sono rimasto sulla sedia a rotelle perché ho avuto un problema alle vertebre lombari e all’anca sinistra. Pensavo che la mia carriera universitaria fosse in qualche modo estinta perché era difficile poi seguire le lezioni, anche se la frequenza non è obbligatoria ad ingegneria deve però essere assidua. Il carico di lavoro è importante. Quando un amico mi consigliò il Centro SInAPSi, capii che era un modo per proseguire il mio percorso di studi interrotto.

ROSSELLA AVELLA: Come ti hanno affiancato durante il percorso di studi?
ALESSIO DE ROSA: Hanno fatto un’attività a diversi livelli, in breve loro si sono posti come interfaccia tra me ed i professori universitari e tra me e la segreteria. In senso stretto loro mi hanno fornito le registrazioni, le videoregistrazioni delle lezioni quando io ero impossibilitato ad andare. Poi magari mi fornivano gli appunti presi da un ragazzo o da un  mio collega di studi.

ROSSELLA AVELLA: Oggi invece la situazione come si è evoluta? Ti accompagnano anche nella ricerca del lavoro?
ALESSIO DE ROSA: Sì, oggi mi accompagnano grazie ad un nuovo sportello, un nuovo progetto che si chiama SPO (Servizi per la Promozione dell'Occupabilità). Mi hanno dato la possibilità di fare un curriculum efficace e poi mi sostengono psicologicamente e tengono sempre alta la mia autostima e la mia motivazione.

 
 

ROSSELLA AVELLA: Cosa consiglieresti ai ragazzi che possono affrontare le tue stesse difficoltà e che posso avere vergogna di avvicinarsi a questo Centro? 
ALESSIO DE ROSA: Consiglio di non avere paura, consiglio di aprirsi e di fidarsi soprattutto perché sono delle persone scrupolose e sensibili che ti aiutano non soltanto nel percorso formativo cioè quello culturale che porta al conseguimento della laurea, ma di danno l’opportunità di conoscere nuove persone e di vivere la realtà universitaria e quindi di frequentare l’università in senso stretto.

ANDREA DE ANGELIS: Professore vorrei concludere il nostro colloquio e ancora la ringrazio del tempo che ci ha dedicato evidentemente affrontando proprio quest’ultimo punto. Quanto è difficile mettere da parte la vergogna, mettere da parte ogni tipo di blocco psicologico e dire: "Sì ho un problema, Sì ho un disagio, sono una persona e come tutti ho dei limiti, AIUTATEMI". Perché per tanti studenti che si rivolgono a voi ce ne sono probabilmente altrettanti che vorrebbero farlo e non hanno il coraggio. Questo è uno scoglio difficile da superare, ma è fondamentale che lo si faccia.
PAOLO VALERIO: È indispensabile, perché i giovani sono spesso isolati, si sentono soli soprattutto in un grande Ateneo quale quello napoletano, come tutti i grandi atenei penso Roma, penso Milano. Abbiamo avuto ultimamente un caso di una studentessa che si è suicidata perché aveva mentito a casa, non aveva detto che non aveva fatto nessuno esame e non aveva mai avuto il coraggio di rivolgersi al Centro. Altre volte, invece, si sono rivolti e siamo riusciti, in qualche modo, ad aiutare i giovani, a parlarne in famiglia a capire anche i problemi che aveva e per i quali non riusciva a fare gli esami. Invito tutti i giovani a rivolgersi al Centro e sapendo che c’è uno psicologo o, se non è uno psicologo, ci può essere un ingegnere, un pedagogista o uno psicoterapeuta che è pronto ad ascoltarli e dare loro una strada, dare coraggio come questo giovane ci ha detto prima, che mi sembra molto importante, un’alta testimonianza. Poi abbiamo anche 40 giovani del Servizio Civile che lavorano con noi, quindi c’è un doppio valore: sia i giovani che sono, in qualche modo, avviati verso un’esperienza che poi potrebbe essere anche lavorativa dopo il Servizio Civile, ma anche giovani che aiutano altri giovani. Quindi voglio dare anche dei numeri in modo tale che persone, le famiglie sappiano a chi rivolgersi. Per quanto riguarda la disabilità basta rivolgersi allo 081679946 e poi guardare sul sito dell’Ateneo la Carta dei Servizi che è una carta che ha tutti i servizi che l’Ateneo offre rispetto alla disabilità e al disagio. Oppure se c’è un problema psicologico, difficoltà negli esami, ansia degli esami è possibile rivolgersi al servizio di counselling con una mail in modo tale che c’è anche l’anonimato, e i ragazzi non si sentono subito riconosciuti: cpsu.sinapsi@unina.it oppure telefonare a 0817463458

ANDREA DE ANGELIS: Professore Paolo Valerio la ringrazio davvero di cuore! Abbiamo dato tutti i contatti, ricordo Docente di Psicologia Clinica all’Università Federico II di Napoli e Direttore del Centro SInAPSi. Grazie del tempo che ci ha dedicato, grazie soprattutto per quello che fate.

PAOLO VALERIO: Grazie a voi e grazie agli operatori che fanno con me tutto questo.