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Nuove geometrie genitoriali. Modelli a confronto nell'ottica giuridica, psicologica e sociale

di Tiziana Liccardo

Lo scorso 20 ottobre si è tenuto a Napoli presso il Palazzo degli Uffici, via G. C. Cortese, il convegno Nuove geometrie genitoriali. Modelli a confronto nell'ottica giuridica, psicologica e sociale. All'evento, organizzato dal Centro SInAPSi in collaborazione con la Fondazione Identità Genere e Cultura, e patrocinato dall'Università degli Studi di Napoli Federico II, dal Comune di Napoli e dagli Ordini professionali degli Avvocati, degli Psicologi e degli Assistenti Sociali, sono intervenuti il  presidente del Tribunale per i minori di Roma, Giudice Melita Cavallo, il presidente della Corte di Cassazione, Giudice Fabrizio Forte, il presidente della Fondazione Identità Genere e Cultura, prof. Paolo Valerio, il dott. Francesco Tortono e la dott.ssa Tiziana Liccardo, il presidente dell'Associazione Diritti Umani Campania, avvocato Marta Tortono, e tanti altri prestigiosi relatori, per affrontare il complesso e delicato tema delle nuove geometrie genitoriali.
Il Prof. Paolo Valerio, che ha fortemente voluto tale iniziativa, ha avuto modo di chiarire che l'evento, nato dall'evidenza del cambiamento dei ruoli di genere all'interno delle nuove geometrie familiari, si è posto l'obiettivo di promuovere un confronto tra professionisti di diversi settori scientifici e testimoni privilegiati. L'evoluzione normativa e giurisprudenziale degli ultimi anni dimostra l'esistenza di nuovi rapporti di equilibrio all'interno della famiglia e tra famiglie, configurando nuovi diritti.
Nell'intervento di Francesco Tortono e Tiziana Liccardo, i relatori hanno avuto modo di ripercorrere le tappe più significative in merito alle trasformazioni cui è andata in contro negli ultimi anni la famiglia. Che cosa è cambiato in questi anni? Dal punto di vista sociologico, e ancor più da quello psicologico, tanto, tantissimo. Possiamo cogliere il cambiamento anche nelle parole, nel significante che esse propongono. Una per tutte: da padre e madre, noi psicologici siamo passati a parlare di paterno e materno, a prescindere da chi incarna queste funzioni. E forse, oggi, siamo un po' più pronti a nuove sfide, a confrontarci con quello che non conosciamo: l'omogenitorialità. È questa probabilmente la sfida del terzo millennio!
A questo punto è lecito porsi una domanda: chi è il VERO genitore? Colui che mette a disposizione la propria biologia o quello che cresce i figli fornendo loro cure e sicurezza? Quello che lo concepisce per caso o per sbaglio o colui che attende, cerca e desidera? Negli ultimi anni la comunità scientifica sta studiando le dimensioni affettive, psicologiche, fisiche, sociali, etiche ed economiche delle differenti forme di genitorialità.
Nel 2011 l'Associazione Italiana di Psicologia ha ricordato che i risultati delle ricerche psicologiche documentano come il benessere psicosociale dei membri dei gruppi familiari sia legato alla qualità delle dinamiche relazionali instaurate. Maschile e femminile sono presenti nei due generi, grazie alle identificazioni e alle relazioni che ciascuno ha avuto con il padre e con la madre. Il bambino porta dentro di sé il maschile e il femminile di entrambi i genitori, perché a loro volta essi hanno interiorizzato i propri genitori interni. La sfida delle nuove famiglie è quella di utilizzare le nuove conoscenze sulle forme e i processi del divenire genitori al di là dei sessi differenti, per migliorare le nostre conoscenze sulla psicosessualità, sui legami e sulle nuove forme di amore e di relazione, come argomentato dal giudice Spadaro, presidente del tribunale di Bologna, "Si tratta di prendere coscienza che non esiste più la famiglia bensì le famiglie e tutte per essere tali devono fondarsi sul cosiddetto principio di attaccamento, ossia cura, accoglienza, regole, ascolto, comprensione: in una sola parola sull'AMORE".
Molto interessanti sono stati gli interventi giuridici che si sono susseguiti nel corso dell'intensa e stimolante giornata di lavoro. Il giudiceAlessandro Pagano, ha affrontato il complesso e delicato tema del principio del superiore in­teresse del minore.
A questo proposito, è stata citata la sentenza 14878 del 15 giugno 2017, in cui la prima sezione della Cassazione cancella una decisione della Corte di appello di Venezia, che aveva ritenuto corretto rigettare la domanda di due donne, sposatesi nel Regno Unito, di rettificare lo stato civile del bambino, figlio biologico di una delle due ma nato in un "comune progetto procreativo" della coppia. La Corte d'appello di Venezia aveva ritenuto conforme alla "gra­ni­tica" giurisprudenza italiana il requisito della differenza di  matrimonio. Le due donne non avevano richiesto laregistrazione del loro matrimonio, ma la Cassazione ritiene che la richiesta di rettificazione dell'atto di nascita del minore come figlio delle due donne presuppone un esame circa la contrarietà o meno all'ordine pubblico del matrimonio o di una forma di convivenza legale tra di loro. La Corte di Venezia si era espressa prima dell'entrata in vigore della legge sulle unioni civili (legge 76/2016). Come osserva ora la Cassazione, benché la legge non modifichi la disciplina delle adozioni, ammettendo la stepchild adoption, vi sono importanti precedenti della Cassazione stessa (sentt. 12962/2016 e 19599/2016) che hanno portato a stabilire alcuni importanti principi: l'ordine pubblico impedisce la trascrizione in Italia di atti dello stato civile per salvaguardare "esigenze di tutela dei diritti fondamentali dell'uomo"; ma la trascrizione in Italia di un atto di stato civile validamente formato all'estero, nel quale risulti la nascita del figlio da due madri, non contrasta con l'ordine pubblico. Non c'entra neppure il divieto di maternità surrogata, dato che la donazione di un ovulo da una donna alla propria partner, che partorisce grazie al gamete di maschio anonimo, realizza un caso simile a una fecondazione eterologa; per cui nulla impedisce il riconoscimento in Italia di un atto di nascita estero, in cui il nato risulti figlio di due madri (quella che ha partorito e quella genetica).
Il Giudice Stefano Celentano ha affrontato il tema della stepchild adoption, mettendo in evidenza come a più di un anno dalla pronuncia della suprema Corte n. 12962 del 24 maggio 2016, l'istituto della stepchild adoption, in quanto applicabile anche all'interno delle famiglie omosessuali, continui a essere oggetto di studio ed elaborazione giurisprudenziale da parte delle corti di merito. Tre recenti pronunce ne garantiscono la piena tenuta, seppur con differenti argomentazioni e spunti critici rispetto all'applicazione concreta della disciplina delle adozioni, a riprova che il ragionamento in diritto fatto proprio dalla suprema Corte si ispira a principi giuridici e sensibilità sociali coerenti con il "sistema filiazione", così come delineato dalla disciplina delle adozioni e dalla legge n. 219/2012. In attesa di un intervento del legislatore che acceda a una lettura aperta della disciplina delle adozioni, rendendo definitivamente "neutra" ogni informazione circa l'orientamento sessuale degli adottanti, la giurisprudenza e la clausola di riserva, di cui all'art. 20 della legge sulle unioni civili, garantiscono l'armonizzazione del sistema, tutelando l'interesse del minore a che lo Stato conferisca forza e dignità pubblica ai suoi legami familiari con gli adulti di riferimento.
Molto interessante è apparsa la rassegna presentata dall'avv. Marta Tortono relativamente all'evoluzione dei diritti riguardanti la comunità LGBTI, all'interno dell'Unione Europea, in merito sia all'individuo sia alla coppia e alla possibilità di costituzione di un nucleo familiare con l'eventuale accesso alla genitorialità. In particolare la relazione ha riguardato alcune tematiche che hanno comportato dibattiti di un certo interesse sul piano giuridico-sociale, principalmente in merito alla filiazione, anche tenendo conto di alcune importanti sentenze,che hanno segnato il passo di tale sviluppo, anche e soprattutto all'interno della comunità dell'Unione Europea.
Il convegno, rivolto a varie categorie professionali (avvocati, psicologi, assistenti sociali, educatori) e a quanti hanno mostrato interesse a confrontarsi su un tema ancora oggi molto dibattuto, quale quello delle nuove frontiere della genitorialità, ha rappresentato un'occasione di scambio e di crescita privilegiando l'approccio multidisciplinare.