A cura di Paola Parisio
Come drammaticamente è già noto,
nella seconda guerra mondiale, sono state deportate e uccise milioni di persone
perchè non conformi all'ideale tedesco di razza pura, cioè "ariana".
Nei campi di concentramento, i
prigionieri erano suddivisi in categorie che rappresentavano la loro "colpa",
attraverso l'apposizione di un triangolo colorato sulla casacca.
Per ricordare ciò che è successo
in Europa e nel mondo occidentale a metà '900, quest'anno abbiamo scelto di
ragionare insieme su queste "colpe".
La storia, letta a posteriori, è
raccontata come qualcosa di lontano, nel tempo e nello spazio, che spesso ci fa
sussurrare o urlare "NON è POSSIBILE!", allontanandoci tuttavia dalle nostre
singole responsabilità.
Sembra incredibile pensare che
pochi anni fa, una nazione e poi un intero continente sia stato conquistato da
un'ideologia populista che ha prodotto morte e disumanità nel cuore
intellettuale dell'Europa.
Forse succede ancora?
Al di là di una lettura
economico-politica di ciò che è successo durante la seconda guerra mondiale,
vediamo, attraverso questi triangoli di colori diversi, come e contro quali
esistenze siano sorte le discriminazioni.
Crediamo sia importante
interrogarsi oggi su queste stesse discriminazioni o "etichette" che creano dei
ghetti invisibili e dolorosi per coloro che ne vengono toccati.
Oggi la discriminazione religiosa
viene mossa soprattutto nei confronti dei Musulmani, probabilmente perchè la
posizione di potere radicata nel nostro territorio è quella teocentrica di
stampo cattolico così come quella esistente in alcuni stati islamici che va a
creare un conflitto di potere religioso che se la historia fosse magistra vitae
dovremmo essere capaci di leggere in tutte le sue molteplici sfaccettature:
geopolitiche-economiche-religiose- ecc.
La discriminazione nei confronti
dei dissidenti politici probabilmente è quella meno evidente oggi, forse perché
è proprio l'idea di politica statale che viene messa in discussione tanto da
far perdere alle parole politiche il loro valore etico;
La discriminazione nei confronti
degli emigrati sorge dove non vogliamo vedere la guerra che porta l'Occidente,
quindi noi, nei paesi di coloro che devono forzatamente partire e così alimenta
la fobia sociale nei confronti del "diverso", dell'estraneo tanto da arrivare
a leggere sulle statistiche annuali che
i Rom (gli zingari) sono ai primi posti nelle classifiche sulle
discriminazioni.
C'erano e ci sono gli emarginati
sociali: coloro che vivono al di fuori dell'ordine capitalistico e soccombono
senza essere pensati come persone degne di umanità e dignità di morte. I senza
tetto, i più poveri, le prostitute vittime di tratta e tanti e tante altre.
Gli omosessuali erano una
categoria a sé stante oggi allargata alle persone LGBTQI; proprio sabato
scorso, come dato positivo, abbiamo visto piazze intere in tutta Italia, che
manifestavano per far diventare questo paese aperto a tutti i tipi di unioni
d'amore. Questo, però, segnala (come
dato negativo) che in Italia i diritti delle persone LGBTQI sono ancora qualcosa
per cui combattere e ovviamente non bisogna essere ciechi davanti alle
molteplici forme di violenza e discriminazione contro gli e le stessi/e.
Se l'Olocausto della seconda
guerra mondiale ha potuto avere spazio, è perché pian piano si è diffusa in sordina,
una cultura dell'esclusione sociale verso tutte le categorie considerate
"indesiderabili".
Forse non è troppo lontano da ciò
che avviene oggi.
Istituendo un pensiero sulla desiderabilità -
desiderio inteso come pulsione aggregante della rete sociale e di affetti - gli
"indesiderabili" sono sempre persone, che sono desiderate e desiderano, ma
vengono escluse da diverse possibilità di creare contesti allargati al di fuori
di regole normative e performanti. Il desiderio reso invisibile e privato della
sua dignità di esistere è una violenza sociale. Nessuno e nessuna è privo/a di
desiderio. Nessuno e nessuna, che si muove da una posizione di potere può
decidere chi è desiderabile e chi no, perché siamo tutt* esistenze specifiche e
meritevoli di affetti e relazioni gratificanti.