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Tra competenze "forti" e competenze "deboli"

di Rosaria Capobianco, Maria Carolina Galdo

Il bilancio di competenze in ingresso per i nuovi iscritti, un servizio psico-pedagogico offerto da SInAPSi, in questo primo anno di sperimentazione ha incontrato più di 250 matricole, appartenenti alle facoltà di Farmacia, Lettere e Filosofia, Medicina Veterinaria, Scienze Politiche e Sociologia dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Di questi neo-iscritti ben 171 hanno deciso poi di fare tutto il percorso del bilancio, che è strutturato in varie fasi.
Grazie al bilancio di competenze gli studenti hanno preso consapevolezza delle abilità e delle competenze formative, scolastiche e professionali di cui dispongono, prendendo in considerazione anche la cosiddetta capability, ossia la capacità/possibilità di un soggetto di utilizzare, scambiare e "mettere in campo" tutte le risorse di cui dispone.
Tracciare una "mappatura" delle competenze, proprio al primo anno di università, è un importante possibilità, offerta agli studenti, di conoscere tutte quelle potenzialità e quelle competenze da investire nella realizzazione del proprio progetto formativo. Del resto sappiamo bene che la stessa competenza ha una natura multidimensionale. Secondo Pellerey, infatti, vi sono tre dimensioni fondamentali: la prima, di natura cognitiva, si riferisce alla comprensione e all'organizzazione dei concetti; la seconda, di natura operativa, riguarda le abilità che la contraddistinguono; la terza, di natura affettiva, interessa gli atteggiamenti, le motivazioni, le emozioni e le convinzioni che attribuiscono un senso e un valore personale.
Il bilancio di competenze in ingresso ha permesso, allo stesso tempo, di conoscere anche quali sono, in linea di massima, le competenze deboli e le competenze forti di un piccolo campione di neo-iscritti dell'Ateneo federiciano. Il campione si riferisce alle studentesse e agli studenti dei seguenti corsi di laurea: Scienze e Tecniche psicologiche (Facoltà di Lettere e Filosofia), Scienze e tecnologie farmaceutiche (Facoltà di Farmacia), Sociologia (Facoltà di Sociologia), Medicina Veterinaria e Tecnologie delle produzioni animali (Facoltà di Medicina Veterinaria) e Scienze Politiche (Facoltà di Scienze Politiche).
Dai dati raccolti grazie alle schede di presentazione, compilate dagli studenti, ma soprattutto dalle risposte ai 40 items dei questionari, si è delineato un quadro generale delle competenze possedute dagli studenti, in relazione alle competenze indicate nell'EQF (European Qualification Framework), alle abilità delineate nelle Life Skills, fissate dall'OMS, e alle key competencies descritte nel progetto DeSeCo (Definition and Selection of Competencies) promosso dall'OCSE.
I dati, ovviamente, cambiano da Facoltà a Facoltà e variano, anche in relazione al genere e all'età. In linea generale, si può affermare che in un ampio campione di studenti risultano deboli le seguenti competenze: Imparare a imparare e Progettare (due competenze della macrocategoria Costruzione del sé) e Comunicare, Risolvere problemi e Acquisire e interpretare l'informazione (tre competenze della macrocategoria Rapporto con la realtà).
Mentre sono competenze forti: Collaborare e partecipare e Agire in modo autonomo e responsabile (due competenze della macrocategoria Relazione con gli altri), a testimonianza di quanto gli studenti universitari coinvolti nell'intervento siano in grado di inserirsi in modo attivo e consapevole nella vita sociale.
Tra le Life Skills due competenze deboli che accomunano molti studenti del primo anno sono la Gestione dello stress e la Gestione delle emozioni, mentre una competenza forte nell'ambito delle Life Skills è l'Autoconsapevolezza, a testimonianza di quanto gli studenti siano in grado di riconoscersi, conoscere il proprio carattere, i propri punti di forza e i punti di debolezza, i propri desideri e le proprie insofferenze.
In conclusione, il bilancio di competenze, per sua valenza formativa, ha rappresentato per gli studenti che hanno scelto di parteciparvi un momento di co-costruzione della propria storia di vita e della propria identità e, al tempo stesso, anche un luogo di apprendimento, dove ciascuno ha avuto l'opportunità di delineare gli obiettivi personali, progettando un planning di sviluppo da realizzare sulla base anche di quelle competenze non necessariamente acquisite attraverso canali di apprendimento istituzionali.