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E se non potessi parlare? Seconda parte

di Gennaro Sicignano

Nel precedente numero della newsletter (cfr. http://www.sinapsi.unina.it/flex/cm/pages/ServeNewsletter.php/L/IT/ID/NLLETTER%3AID%3D35 ) si era avviata un'esplorazione degli ausilî che possono essere mobilitati con persone che non sono nella condizione di parlare. Nella scia del discorso iniziato, in questo nuovo numero si proverà a definire un approccio metodologico valido da applicare e a descrivere un po' più nel dettaglio alcuni aspetti tecnologici. I punti di riferimento sono, a questo punto, due:

  • Approccio metodologico 
  • Implementazione tecnica 

Come già detto, si parte dalla conoscenza dell'utilizzatore, sia sul piano delle sue "capacità" (nel linguaggio dell'International Classification of Functioning -- ICF), sia su quello delle suoi obiettivi, che probabilmente lui stesso non avrà ben chiari per cui avremo il compito di guidarlo nella scelta prestando sempre attenzione a non sostituirci a lui.
In questa fase, ovviamente, è importante prestare attenzione a rispettare e fare nostre le sue modalità di funzionamento. 
Nel caso di una persona che utilizzi una tabella di comunicazione, noi stessi la utilizzeremo, coinvolgendo attivamente l'assistente alla comunicazione che lo accompagna, avendo cura di spiegare chiaramente anche a lui tutto quanto man mano andiamo facendo. 
È altresì importante considerare il contesto nel quale l'utente si trova, al fine di includerlo e favorire la migliore evoluzione verso una situazione di migliore funzionamento e in fin dei conti di migliore qualità della vita per tutti, tanto l'utente quanto il contesto nel quale vive (per contesto intendiamo: i familiari, la persona che assiste nella comunicazione l'utente, gli amici e i conoscenti che interagiscono con l'interessato).
L'ultimo passaggio considerato è importante e da non trascurare per il buon esito dell'intervento, dal momento che, anche quando operiamo come ingegneri o tecnici, dobbiamo sempre tener presente che lavoriamo con e insieme a delle persone e la migliore soluzione non è quella
tecnicamente più valida ma quella che da un punto di vista delle performance (per rifarsi ancora alla terminologia dell'ICF) dimostra di funzionare meglio.
Il primo obiettivo che ci porremo sarà quindi favorire la comunicazione. Lo strumento che alla fine vorremo ottenere dovrà essere il più possibile facile da usare ed ergonomico. L'intervento quindi interesserà sia le interfacce hardware che quelle software.
Per il prosieguo faremo riferimento a un prodotto commerciale molto utilizzato in questo campo il The Grid 2 della Sensory Software. Ovviamente lo facciamo per comodità perché è quello che utilizziamo quotidianamente nei nostri interventi al Centro SInAPSi. Le considerazioni
che faremo però possono essere adattate ad altri strumenti e prodotti in maniera molto semplice, andando a riadattare gli aspetti tecnici, che rappresentano dei meri aspetti implementativi laddove è ciò che permane intatta - ed è la cosa più importante - è la filosofia di intervento.
In questa fase è necessario fare delle scelte di progetto, che poi ci accompagneranno per il futuro: dovremo scegliere insieme all'utilizzatore la configurazione per il controllo dello strumento. Si partirà dall'osservazione e quindi dal confronto con l'utente per decidere quali modalità siano le più
indicate.
Dovremo verificare le capacità di movimento residue della persona, facendo bene attenzione a due aspetti: qualità del controllo volontario e facilità del movimento.
Non si possono fornire in questa sede indicazioni ulteriori, avendo a che fare sempre con casi singoli con le proprie peculiarità irriducibili a una casistica generale.
Sicuramente però si può affermare che dovremo individuare i gradi di libertà, connessi al movimento che il soggetto riesce a raggiungere, al fine di decidere come configurare il comunicatore.
Per chiarire questo punto dobbiamo considerare che il comunicatore che useremo mostrerà all'utente una griglia (o più d'una, come vedremo nei prossimi numeri) e ogni cella della griglia ospiterà una lettera dell'alfabeto, un numero o una funzione. La modalità di lavoro prevede che la singola cella debba essere raggiunta, muovendosi sulla griglia, e quindi attivata.

 
 
Immagine della griglia di un comunicatore, costituita da varie celle contenenti lettere,predizioni e segni di punteggiatura
Figura 1 Esempio di griglia per la comunicazione
 
 

Le possibilità di comando offerte dallo strumento sono diverse, tra le altre:

  • schermo a contatto (touch screen);
  • controllo oculare;
  • sensori meccanici attivati dall'utente (fino a 5 ingressi): 

       -    sensori a pressione;
       -    sensori a flessione;
       -    pedali; 

  • joystick;
  • trackball;
 
 
Immagine di una mano che usa il touch screen
Figura 2 Touch screen
Immagine di un dispositivo che fa uso di controllo oculare
Figura 3 Controllo oculare
 
 
 
Immagine di diversi sensori a pressione
Figura 4 sensori a pressione
Immagine di un sensore a pedale
Figura 5 sensore a pedale
 
 
 
Immagine di due sensori a flessione di diversa dimensione
Figura 6 sensore a flessione
Immagine di un joystick
Figura 7 Joystick
 
 
 
Immagine di un trackball
Figura 8 Trackball
 
 

Avremo:
· 1 grado di libertà, quando il soggetto possa fare un solo movimento. In questo caso potremo avere solamente disponibilità di un comando (immaginiamolo come un interruttore che può solamente essere acceso o spento)
· 2 gradi di libertà, quando il soggetto può fare due movimenti volontari e con adeguato livello di controllo. In tal caso disporremo di due interruttori.
· 3 gradi di libertà, quando il soggetto può fare tre movimenti volontari e con adeguato livello di controllo. In tal caso disporremo di tre interruttori.
· 4 gradi di libertà, quando il soggetto può fare quattro movimenti volontari e con adeguato livello di controllo. In tal caso disporremo di quattro interruttori.
· 5 gradi di libertà, quando il soggetto può fare cinque movimenti volontari e con adeguato livello di controllo. In tal caso disporremo di cinque interruttori.

Nel parlare di gradi di libertà e movimenti dobbiamo includere anche le possibilità offerte dal movimento degli occhi, in taluni casi l'unico disponibile. Chiaramente le migliori performance sono raggiungibili nel caso di 5 gradi di libertà, ottenibili attraverso: lo schermo tattile, il movimento degli occhi combinato con un movimento di attivazione oppure joystick, trackball o sensori. In quest'ultimo caso, infatti, l'utente si potrà muovere, liberamente sulla griglia per raggiungere la cella desiderata che potrà scegliere con il comando di conferma.
Nel caso i gradi di libertà fossero minori, però, è comunque possibile trovare una configurazione adeguata. Minori sono i gradi di libertà dell'utente, maggiore sarà il tempo per comporre parole e dare comandi e, di conseguenza, le latenze nella comunicazione.
Individuato il tipo di interfaccia hardware, bisogna considerarne la ergonomia, ossia come posizionare i sensori in modo da massimizzare le performance nell'utilizzo. (Lo schema classico a croce, non necessariamente sarà quello migliore e solamente con la interazione con
l'utente sarà possibile sciogliere anche questo nodo).
Nel caso di uno studente seguito dai servizi di SInAPSi (con un movimento residuo del braccio destro ma senza la possibilità di un controllo sufficientemente fine) ad esempio, prima di arrivare alla attuale configurazione ad arco (vedi figura), siamo passati per configurazioni a croce e con pulsanti raccolti per spostamenti verticale, laterale e conferma, cambiando anche la base di appoggio, prima piccola e inclinata adesso più ampia, quasi orizzontale, in materiale gommoso e con affondo dei sensori.

 
 
Schema di sensori a croce: i sensori di posizione, rappresentati da frecce direzionali, sono posizionati rispettivamente in alto, in basso, a destra e a sinistra con al centro il sensore di selezione
Figura 9 sensori a croce
 
 
I sensori di posizione e quello di selezione di trovano tutti sulla stessa linea
Figura 10 pulsanti raccolti per spostamenti laterali, verticali e conferma
Schema di sensori ad arco: i sensori di posizione si trovano lungo una traiettoria ad arco che termina, a destra, con il sensore di selezione
Figura 11 configurazione ad arco
 
 
 

Il passo successivo è la configurazione software, in particolare bisogna concertare con l'utilizzatore almeno le seguenti tre cose:
a)      Tipo di scansione
b)      Quantità delle celle/griglie
c)       Presenza o meno di parole o frasi preimpostate

a) Tipologia di scansione
La tipologia di scansione è diretta conseguenza dei gradi di libertà precedentemente individuati.
Le possibilità sono da una scansione automatica della griglia, la soluzione più lenta ma anche l'unica possibile nel caso di 1 grado di libertà, a una scansione completamente manuale nel caso di 5 gradi di libertà. 
Nel primo caso, il sistema all'avvio resta in uno stato di attesa dell'unico comando dell'utente. Quando questo arriva il sistema avvia la scansione, illuminando una alla volta tutte le celle della griglia. Nel momento in cui viene illuminata la cella di interesse, l'utente agirà nuovamente sul sensore
che utilizza e ciò sarà interpretato dal sistema come il comando di conferma, che fa ripartire la scansione dalla cella iniziale... il processo continua così.
Nel secondo caso, invece, il sistema rimane in attesa dei comandi (a questo punto saranno 5 possibili) permettendo all'utente una navigazione libera sulla griglia. Ovviamente il secondo modo è da preferire perché molto più veloce del primo. 

b) Quantità di griglie e di celle
Anche la quantità di celle e griglie va concordata con l'utente e risente delle sue capacità. In generale è possibile produrre un numero virtualmente illimitato di griglie, ognuna delle quali può ospitare un numero non definito di celle ... come scegliere? 
1.  Le celle devono sempre essere ben visibili dall'utente (quindi non è possibile eccedere nel numero presente in ogni griglia)
2.  Il meccanismo di salto tra griglie deve essere chiaro e funzionale, di conseguenza anche il numero di griglie deve essere il minimo necessario per poter essere utilizzato.
Per provare a fare un esempio: nel caso di 5 gradi di libertà potrà essere preferibile una griglia che ospiti tutte le lettere dell'alfabeto con un collegamento a un'ulteriore griglia che contenga i caratteri numerici e i simboli più usati (caratteri di interpunzione, parentesi, trattino e trattino basso), mentre nel caso di 1 grado di libertà è preferibile suddividere le lettere e i numeri in griglie annidate in modo da velocizzare il processo e ridurre i tempi di attesa in caso di errore o mancata attivazione (cfr. figure 12 e 13).

Immagine di una griglia in cui ogni cella contiene una lettera dell'alfabeto
Figura 12 Esempio di griglia con tutte le lettere dell'alfabeto
Immagine di una griglia in cui ogni cella contiene più lettere dell'alfabeto
Figura 13 Esempio di griglie annidate
 
 
 

c) Frasi o parole preimpostate
Potrebbe essere utile creare delle griglie che, invece di ospitare le lettere, ospitino delle parole o delle piccole frasi di uso comune da parte dell'utente (frasario). In questo caso è necessario ancora una volta lavorare a stretto contatto con lui/lei per individuare parole o frasi significative, ossia parole/frasi che poi vengano realmente utilizzate, che appartengano cioè al lessico tipico dell'utente. Infatti, il rischio di creare delle soluzioni che poi non vengono usate è sempre dietro l'angolo.
I criteri di progettazione sono analoghi a quelli fino a ora considerati e vanno solo riadattati al nuovo contesto:

 
 
Buongiorno
Ciao
Arrivederci
No
Forse
Fame
Sete
Usciamo
 
 

Chiarito l'approccio metodologico di base, rimandiamo il lettore al prossimo numero nel quale vedremo uno schema di comunicatore e praticamente come creare/modificare una griglia.